Il Borgo di Terravecchia è situato su una collina a circa 400 mslm a ridosso della Valle del Picentino. La valle prende il nome dalla popolazione Picena deportata dalle Marche dal Console Sempronio Sofo nell'anno ( 288-289 a.C. ). Il territorio Picentino è caratterizzato da una piccola valle, attraversata dal fiume omonimo, cinta a nord – est dalle cime preappenniniche meridionali ( Monti Picentini ) e chiuse a sud dalle basse colline che corrono dal comune di Montecorvino Rovella verso il mare. Il primo insediamento sulla collina del Borgo Medioevale di Terravecchia si ebbe nell'80 a.C. quando i romani vi costruirono un piccolo avamposto militare sulla cima della collina.
Un lungo oblio oscurò Terravecchia dalla caduta dell'impero romano fino al VI secolo quando i longobardi si insediarono in questa regione e la collina iniziò a non essere solo un avamposto romano ma anche un piccolissimo insediamento civile. Nell'alto medioevo i villaggi furono ridotti a feudi, cosicché vennero innalzati i primi castelli e ripristinate le vecchie fortezze romane a difesa dei luoghi circostanti. Una prima chiesa nacque intorno all'anno mille e con le invasioni saracene le popolazioni ritirandosi dalle campagne andarono a popolare il villaggio. I longobardi vi costruirono le prime case, poi continuarono i normanni.
Nel 1240 l'imperatore Federico II di Svevia ordinò la restaurazione di vari castelli includendo anche quello di Terravecchia, molto probabilmente, in quel periodo fu ristrutturata anche la chiesa romanica di S.Egidio che ancora oggi contiene in ottimo stato dei bellissimi affreschi proprio di quel periodo.
Il villaggio ad esso sottostante incominciò ad avere la forma attuale crescendo da est con la chiesa di S.Egidio fino alla zona più nuova ad ovest con la Chiesa di San Leone.
Le case fornite di servizi importanti quali forni, stalle, cisterne, cantine, camini, rispecchiavano le esigenze di una economia fatta solo di agricoltura e piccolo allevamento. Nel XIII secolo il castello passò sotto gli Angioini, divenne poi nel XIV un riferimento considerevole durante la congiura dei Baroni (1485). Nel 1489 il castello fu ristrutturato da Don Rodrigo D'Avalos che sposò Novella (Isabella) De Muro ( Giffonese ) per abitarlo. L'economia di tutta la valle aveva raggiunto il suo massimo splendore con la lavorazione della lana e la coltivazione delle ulive che ancora oggi riempiono le montagne a nord della valle. Infatti un bellissimo frantoio perfettamente ristrutturato , fa bella mostra di se con la sua poderosa ruota in pietra che veniva mossa da un asino così da poter schiacciare le olive, è uno dei più bei esempi di cultura contadina, spesso adibito per mostre ed eventi culturali.
Il nuovo signore di Terravecchia, nel 1628, era Don Carlo Doria duca di Tursi, la sua famiglia ne mantenne il possesso fino al 1765.
Il declino del villaggio iniziò inesorabilmente verso la fine del XVII sec. Dalla metà del 1700 fino alla metà del 1800 il castello venne lasciato in totale abbandono, la famiglia Dini acquistò il maniero nel 1854 e l'architetto Gennaro Dini lo ristrutturò in parte ( solo l'ala sud ) nel 1884.
Dopo la seconda guerra Mondiale anche questa parte che era stata restaurata fu spogliata di tutte le suppellettili da ladri e vandali. Dopo il terremoto del 23 novembre 1980 il castello si trovava in condizioni molto precarie, ed ancora una volta come già era successo nei secoli passati il castello sta rivivendo un suo nuovo rinascimento con l'inizio dei lavori per una nuova e totale ristrutturazione, ma questa volta non ad opera del signore di turno ma dell'amministrazione del Comune di Giffoni Valle Piana.
Per ulteriori informazioni sul borgo di Terravecchia: www.borgoterravecchia.it